Al ricordo dei tempi della scuola, a professori frustrati, incattiviti da alunni indisciplinati e irrispettosi, la domanda sorge spontanea.
Perché ho deciso di diventare insegnante?
Puro e semplice egocentrismo.
E non quello che desidera sempre l’attenzione, che cerca il centro d’osservazione in cui crogiolarsi apertamente.
Un tipo di egocentrismo sottile, intellettualoide e spesso sottovalutato.
Chi non ha mai, almeno per una volta, riutilizzato una battuta, una formula o una frase particolarmente funzionale? Si prova piacere nel pronunciarla, anche se gli ascoltatori ne conoscono il primo enunciatore. Si diventa in qualche modo partecipi della creazione.
Ma se ci si sente coinvolti in decisioni storiche, invenzioni rivoluzionarie e opere coinvolgenti, il piacere non è forse molto più grande? Ogni volta venti, trenta ragazzi sentono da te per la prima volta parlare di rivolte, viaggi, scoperte, avventure, amori, guerre.
E ogni volta io mi sento un po’ fautore di quella grandezza.
lunedì 23 agosto 2010
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