domenica 14 novembre 2010

Il Campione

Parte della sua infanzia fu legata a dei dubbi di natura sessuale.
Tutto cominciò quando si rese conto di non provare particolare dolore quando veniva colpito ai testicoli.
L'ironia della cosa era che, sebbene la mancanza di punti deboli lo rendesse imbattibile nelle risse di cortile, ciò lo faceva sentire privo di virilità.

lunedì 18 ottobre 2010

L'altro

- Aspetta, vediamo di capirci bene.
Guardo fisso nei suoi occhi, attraverso lo specchio.
- Tu sei me.
- Esatto.
- Ma vieni da un altro posto.
- Sì.
- E anche se sei esattamente come me, vivi esattamente la mia stessa vita, che ha come presente questo momento esatto, sei riuscito a differenziare la tua esistenza dalla mia, quel tanto che basta da considerare l’ipotesi di più esistenze uguali ma distinte dalla tua. Sei riuscito a far sì che questa idea, che io di contro non ho formulato, non incidesse su di te e ciò che ti circonda, così che la tua realtà non si distanziasse troppo dalle altre. Poi, però, attraverso studi specifici che non vuoi rivelarmi per non permettermi il tuo stesso potere, sei riuscito a comunicare con altri te stessi come adesso stai facendo con me, solo perché hai paura che essendo diverso da noi altri, tutti uguali, tu possa incidere dannosamente su tutto il sistema, mentre, se diffondi il concetto delle diverse esistenze, torneremo ad essere tutti identici?
L’immagine fa un respiro profondo, lento.
- No. Ricominciamo da capo.

lunedì 23 agosto 2010

L'insegnante

Al ricordo dei tempi della scuola, a professori frustrati, incattiviti da alunni indisciplinati e irrispettosi, la domanda sorge spontanea.
Perché ho deciso di diventare insegnante?
Puro e semplice egocentrismo.
E non quello che desidera sempre l’attenzione, che cerca il centro d’osservazione in cui crogiolarsi apertamente.
Un tipo di egocentrismo sottile, intellettualoide e spesso sottovalutato.
Chi non ha mai, almeno per una volta, riutilizzato una battuta, una formula o una frase particolarmente funzionale? Si prova piacere nel pronunciarla, anche se gli ascoltatori ne conoscono il primo enunciatore. Si diventa in qualche modo partecipi della creazione.
Ma se ci si sente coinvolti in decisioni storiche, invenzioni rivoluzionarie e opere coinvolgenti, il piacere non è forse molto più grande? Ogni volta venti, trenta ragazzi sentono da te per la prima volta parlare di rivolte, viaggi, scoperte, avventure, amori, guerre.
E ogni volta io mi sento un po’ fautore di quella grandezza.

domenica 25 luglio 2010

Il Re

Quando una raffica di vento gli fece volare il cappello, il contadino capì che il re era morto. "Peccato - pensò - non ero ancora riuscito ad offrirgli il pranzo."

martedì 13 luglio 2010

Il Viaggiatore

"Cosa c’è dall’altra parte?" chiese, facendo muovere i lembi della sciarpa. Non poneva la domanda a nessuno in particolare, ma tutti, nella piazza, sentirono il bisogno di dargli una risposta.
"Un’altra mezza città c’è dall’altra parte - disse il bambino, intento a lanciare in alto la sua palla - E’ grandissima, immensa. E’ da lì che noi proveniamo. Ne abbiamo costruita un’altra, in piccolo, e col tempo diventerà grande come la precedente."
"Un’altra mezza città c’è dall’altra parte - disse la vedova, mentre portava le sue pesanti borse - Tanti anni fa, questo villaggio era integro, un cerchio perfetto. Ma durante un terribile terremoto la terra si aprì e un’enorme blocco di roccia lo divise a metà, formando la montagna"
"Un’altra mezza città c’è dall’altra parte - disse il vetraio, lucidando i suoi specchi - e un’altra terra, identica alla nostra, con altrettanti abitanti. E quando sarai arrivato in cima, ti troverai davanti un altro viaggiatore, diretto nella direzione opposta."
Senza attendere altro, il Viaggiatore riprese il cammino, e cominciò a salire.

sabato 8 maggio 2010

Il Cercatore

Sono tanti i modi per trovare una nuova idea, ognuno ha il suo.
Alcuni studiano tutto il conosciuto, imparano tutte le idee già scoperte per sapere quali mancano, quali cercare. Vogliono essere sicuri di riconoscerla come nuova, quando se la troveranno davanti. Vivono in immense biblioteche composte nei decenni della loro professione.
Altri invece fanno il contrario, rimangono il più ignoranti possibile, sperando che senza alcun condizionamento, con la mente vuota, possano arrivare all'impensato. Li puoi trovare completamente nudi in mezzo ad un campo, o a galleggiare in un lago.
Dipende ovviamente da quale genere di idee dedichi la Ricerca.
Io li ho provati tutti. Ultimamente mi stavo applicando alla concentrazione prolungata su un singolo oggetto: passavo un lungo periodo su un singolo elemento, cercavo di trovarne una nuova prospettiva, un punto di vista con cui percepirlo che ad altri potesse essere sfuggito.
Ma un dubbio mi ha distolto dalla mia impresa.
Mi chiedo se c'è un motivo se le poche idee che mancano non sono state afferrate dall'uomo, se la mia mente potrà sopportare un concetto che non è mai stato formulato in centomila anni di pensiero.

mercoledì 5 maggio 2010

Interno AT915DP

Avrà fatto come al solito, mi ero detta.
Un paio di giorni dal suo amico al 625, si lamenta sempre che possono vedersi così poco.
E quindi non mi ero preoccupata più di tanto. Aspettavo una sua telefonata.
E invece suona il campanello. E ovviamente non è lui, ha le chiavi.
Sono due, in uniforme. Non è la polizia del palazzo, è di un altro colore. Forse quello di fronte... penso subito a John. Forse gli è successo qualcosa.
E invece è per Jeremy. Lo hanno trovato, senza che io nemmeno lo cercassi.
John lo chiamo subito. Anche lui rimane in silenzio. Cerca di vedermi, dalla finestra. Alla fine chiede se voglio che venga qui, non so cosa rispondere. Domani mi vogliono allo 0, per l’identificazione, devo uscire subito. Probabilmente sarò tornata prima del suo arrivo,tra un paio di giorni. Comunque non so rispondere.
Era tanto che mi diceva che voleva vedere la Strada, la nominava in continuazione. Ma poteva permettersi un’assenza così lunga dalle lezioni? Forse nelle vacanze...
E invece l’ha voluta vedere subito. Non è stato capace di accontentarsi.
Era troppo anche il viaggio in Ascensore.

domenica 25 aprile 2010

Obiezione respinta

-Per noi quell’uomo è colpevole - disse la donna. I suoi tacchi schioccarono nel corridoio, prima che potessi nuovamente ribattere.

domenica 18 aprile 2010

la dodicesima

Prima di tutto la parte più difficile.
Apro gli occhi.
Ok, il cielo è azzurro: è un buon punto di partenza. Sono all'aperto: pessimo.
Resto immobile per qualche secondo, ottengo informazioni. Erba per terra, clima temperato, suoni indistinti di sottofondo, anche delle voci. Tutto abbastanza lontano.
Cerco di saperne di più, prima di alzarmi. C'è un brusio lontano, come un fruscio roco, un rumore di vento pesante.
Non posso crederci, è traffico.
E' così tanto che non ne sentivo il suono da non ricordarmelo.
Le voci sono lontane, ma distinte. Poche ma parlano a voce alta. Nessun odore particolare nell'aria, mi faccio suggerire dal distante frastuono di auto una traccia di smog.
Dato che nessuno sembra essersi accorto di me, mi alzo a sedere, con la velocità che i muscoli intorpiditi mi permettono.
Non posso fare a meno di sorridere. Un parco. I grattacieli spuntano dagli alberi più alti.
Alziamoci, prima che le varie famiglie e comitive mi vedano.
Vediamo di trovare dei vestiti.

domenica 4 aprile 2010

via della casa rossa

Lo so solo io.
Nessuno la trova. Perchè solo io so dov'è. Neanche i grandi lo sanno. Ma io sì.
Ci sono piccoli sassi sulla strada. Sassi che se li pesti fanno male. Mi viene da dargli i calci, ma so che se lo faccio si alza la polvere, quella che ti entra in bocca e sembra che hai la tosse. Ha un brutto sapore la polvere.
La casa rossa è grande, più grande di quella dello Zio, quella con la piscina. Ma non ci abita nessuno. Forse perchè non c'è la piscina.
Il cancello è rosso, come la casa. La ruggine colora le mani. "Attento che con la ruggine viene il tetano." Sto attento.
I grandi non ci vogliono entrare nella casa. Hanno paura. E' pericoloso. E non possiamo andarci neanche noi, perchè hanno paura.
Quando ci era entrata Mina per la palla gialla che quello stupido di Paolo aveva buttato dentro si spaventarono moltissimo. Che poi lei ha portato il gesso per l'estate e non ha fatto più il bagno. Perchè ci sono i mostri. Perchè lei è stupida e li ha fatti arrabbiare.
Giulia è nella sala col divano. Mi metto per terra anche io.
"Vogliono giocare."
"A cosa?"
"A palla."

lunedì 29 marzo 2010

La Cerimonia d'Ascensione

- E' in realtà una reazione fisiologica, niente di più - mi ha spiegato un collega, il Dott. Bishop - In assenza di funzioni vitali per più di ventiquattro ore, il corpo si libera di tutta l'energia chimica rimasta sviluppando calore. I fluidi corporei evaporano attraverso la pelle, ed ecco la tua "anima" che lascia il defunto.
Assistendo però ad una Cerimonia d'Ascensione il dubbio resta.
Uno degli Astor che ospitavamo per il meeting è morto in un incidente, e ci siamo sentiti tutti in dovere di partecipare alle funzioni che i suoi compagni gli hanno organizzato.
Lo spettacolo ripaga la lunga attesa, in religioso silenzio.
Una colonna di fumo denso e bianchissimo si solleva dal corpo per vari metri, prima di dissolversi.
Anche se ormai da secoli gli Astor hanno scoperto scientificamente l'origine del fenomeno, è rimasta nella tradizione collegarlo alla separazione dell'anima dal corpo.
Nel vedere la purezza di quella materia leggerissima ma compatta, ho quasi rimpianto la capacità di poterci credere.

giovedì 25 marzo 2010

su me gli occhi

Signore e Signori, da oggi il prestigio sarà solo un eufemismo per i vostri occhi!
Chi era, dove avevo sentito dire che lo spettatore di un'esibizione di magia vuole essere ingannato, inconsciamente vuole credere che quello che vede sia vero? Che i conigli appaiano, che le carte scompaiano, che le vallette vengano tranciate orribilmente.
Forse in un angosciante film con Christian Bale.
Ecco, vedete tutti bene che la mia mano è vuota.
Tutte stronzate. Lo spettacolo di magia è una sfida, un duello. Mani contro occhi. La platea è attenta, vigile, aspetta il passo falso o, ancora meglio, spera di scoprire il trucco, l'artificio. I più esperti osservano bene, non guardano l'uccellino ma si chiedono dove il mago non vuole si guardi, studiano le sue espressioni per catturare un'occhiata obliqua.
Signora, potrebbe farmi compagnia un paio di minuti sul palco? Non le accadrà niente, glielo prometto.
E sta a noi incantatori accettare la sfida, ogni sera col fiato sul collo. Dobbiamo ingannare chi fa di tutto per non essere ingannato. E quindi non basta l'abilità di mano, non bastano passaggi dita-palmo, diversivi, arabeschi e forzature. Devono essere nascosti, non devo mostrare la mia bravura, ma devo nasconderla, renderla invisibile. Non faccio scomparire le cose, faccio scomparire me stesso.
Grazie gentile pubblico, e spero a presto.

mercoledì 24 marzo 2010

Uno di voi

A cosa sono serviti anni di coperture, bugie?
Quanti giorni ho dovuto passare facendo finta che fosse tutto normale, che non avevo niente da nascondere?
A quanti amici ho dovuto dire addio, ormai irriconoscibili e incapaci di riconoscermi?
Ormai è tutto finito.
Forse dovrei essere sollevato, non dovrò più vivere con l'ansia, la paura sempre aggrappata alla base del collo.
Ormai ho perso, la mia determinazione è solo un ricordo, un compagno d'armi abbandonato sul campo.
Presto non ricorderò più com'era essere normale, non saprò più considerarmi separato da quest'essere che mi scruta dentro e chiede "ancora".

Ho un blog.