- Aspetta, vediamo di capirci bene.
Guardo fisso nei suoi occhi, attraverso lo specchio.
- Tu sei me.
- Esatto.
- Ma vieni da un altro posto.
- Sì.
- E anche se sei esattamente come me, vivi esattamente la mia stessa vita, che ha come presente questo momento esatto, sei riuscito a differenziare la tua esistenza dalla mia, quel tanto che basta da considerare l’ipotesi di più esistenze uguali ma distinte dalla tua. Sei riuscito a far sì che questa idea, che io di contro non ho formulato, non incidesse su di te e ciò che ti circonda, così che la tua realtà non si distanziasse troppo dalle altre. Poi, però, attraverso studi specifici che non vuoi rivelarmi per non permettermi il tuo stesso potere, sei riuscito a comunicare con altri te stessi come adesso stai facendo con me, solo perché hai paura che essendo diverso da noi altri, tutti uguali, tu possa incidere dannosamente su tutto il sistema, mentre, se diffondi il concetto delle diverse esistenze, torneremo ad essere tutti identici?
L’immagine fa un respiro profondo, lento.
- No. Ricominciamo da capo.
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