domenica 25 aprile 2010

Obiezione respinta

-Per noi quell’uomo è colpevole - disse la donna. I suoi tacchi schioccarono nel corridoio, prima che potessi nuovamente ribattere.

domenica 18 aprile 2010

la dodicesima

Prima di tutto la parte più difficile.
Apro gli occhi.
Ok, il cielo è azzurro: è un buon punto di partenza. Sono all'aperto: pessimo.
Resto immobile per qualche secondo, ottengo informazioni. Erba per terra, clima temperato, suoni indistinti di sottofondo, anche delle voci. Tutto abbastanza lontano.
Cerco di saperne di più, prima di alzarmi. C'è un brusio lontano, come un fruscio roco, un rumore di vento pesante.
Non posso crederci, è traffico.
E' così tanto che non ne sentivo il suono da non ricordarmelo.
Le voci sono lontane, ma distinte. Poche ma parlano a voce alta. Nessun odore particolare nell'aria, mi faccio suggerire dal distante frastuono di auto una traccia di smog.
Dato che nessuno sembra essersi accorto di me, mi alzo a sedere, con la velocità che i muscoli intorpiditi mi permettono.
Non posso fare a meno di sorridere. Un parco. I grattacieli spuntano dagli alberi più alti.
Alziamoci, prima che le varie famiglie e comitive mi vedano.
Vediamo di trovare dei vestiti.

domenica 4 aprile 2010

via della casa rossa

Lo so solo io.
Nessuno la trova. Perchè solo io so dov'è. Neanche i grandi lo sanno. Ma io sì.
Ci sono piccoli sassi sulla strada. Sassi che se li pesti fanno male. Mi viene da dargli i calci, ma so che se lo faccio si alza la polvere, quella che ti entra in bocca e sembra che hai la tosse. Ha un brutto sapore la polvere.
La casa rossa è grande, più grande di quella dello Zio, quella con la piscina. Ma non ci abita nessuno. Forse perchè non c'è la piscina.
Il cancello è rosso, come la casa. La ruggine colora le mani. "Attento che con la ruggine viene il tetano." Sto attento.
I grandi non ci vogliono entrare nella casa. Hanno paura. E' pericoloso. E non possiamo andarci neanche noi, perchè hanno paura.
Quando ci era entrata Mina per la palla gialla che quello stupido di Paolo aveva buttato dentro si spaventarono moltissimo. Che poi lei ha portato il gesso per l'estate e non ha fatto più il bagno. Perchè ci sono i mostri. Perchè lei è stupida e li ha fatti arrabbiare.
Giulia è nella sala col divano. Mi metto per terra anche io.
"Vogliono giocare."
"A cosa?"
"A palla."