domenica 18 aprile 2010

la dodicesima

Prima di tutto la parte più difficile.
Apro gli occhi.
Ok, il cielo è azzurro: è un buon punto di partenza. Sono all'aperto: pessimo.
Resto immobile per qualche secondo, ottengo informazioni. Erba per terra, clima temperato, suoni indistinti di sottofondo, anche delle voci. Tutto abbastanza lontano.
Cerco di saperne di più, prima di alzarmi. C'è un brusio lontano, come un fruscio roco, un rumore di vento pesante.
Non posso crederci, è traffico.
E' così tanto che non ne sentivo il suono da non ricordarmelo.
Le voci sono lontane, ma distinte. Poche ma parlano a voce alta. Nessun odore particolare nell'aria, mi faccio suggerire dal distante frastuono di auto una traccia di smog.
Dato che nessuno sembra essersi accorto di me, mi alzo a sedere, con la velocità che i muscoli intorpiditi mi permettono.
Non posso fare a meno di sorridere. Un parco. I grattacieli spuntano dagli alberi più alti.
Alziamoci, prima che le varie famiglie e comitive mi vedano.
Vediamo di trovare dei vestiti.

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